Tutto sembrava andare per il meglio. Decine, centinaia, forse migliaia di persone, appartenenti a razze diverse, si aggiravano tra le bancarelle, osservando gli oggetti in vendita e assaggiando il cibo esposto, il cui profumo faceva venire al Capotribù l'acquolina in bocca. Tutti sembravano non curarsi della presenza di estranei provenienti da popoli lontani: la gente procedeva fianco a fianco, ridendo e scherzando. Certo, non mancavano occhiate di diffidenza, ma per lo meno non c'erano state ancora risse.
La guerra che insanguinava il continente era stata sospesa, in occasione di questo importante evento: non c'erano più soldati, cavalieri e generali, i ranghi non contavano più, contava solo il divertimento della Fiera. Nelle locande venivano offerti boccali ricolmi di birra o idromele, ed era stata eretta perfino una fontana di vino. Pur essendo ancora mattino, c'erano già degli ubriachi che vagavano barcollanti tra le tende. Non mancavano neppure donne di malaffare, pronte a vendere la loro merce a prezzi scontati in occasione della grande festa.
Qhuruku-Moh camminava attraverso i viali di terra battuta scavati appositamente per la Fiera. Al suo passaggio, gli Uomini delle Pianure (le cui teste spiccavano tra la folla a causa dell'alta statura) si scansavano e si inchinavano, mentre le altre razze non sembravano neppure notarlo. Il Capotribù si stava recando nel piazzale principale, dove, di lì a poco, sarebbe iniziata l'inaugurazione della Fiera.
Giunto nell'ampio spiazzo, si diresse verso il palco sopra al quale avrebbe dovuto pronunciare il discorso di apertura.
Telmenok-Uptah, membro anziano della tribù Tebez suo consigliere, lo attendeva ai piedi del palco, eretto in legno scuro.
Quando lo vide avanzare, Telmenok si inchinò e pronunciò le parole di rito:
-Mi inchino al Vostro cospetto, Sommo Capotribù -Qhuruku rispose dando una pacca sulla spalla del suo funzionario e incoraggiandolo ad alzarsi. Nel sistema politico degli Uomini delle Pianure, il
Moh era il capo di tutte le tribù sparse nel Mare Verde, e aveva il diritto di radunarle in caso di guerra o decisioni importanti. La carica del Sommo Capotribù aveva la durata di un solo anno, dopodiché i membri anziani di ogni tribù dovevano riunirsi in assemblea a Qaemir per eleggerne uno nuovo. Il
Moh dirigeva gli spostamenti della capitale e poteva spodestare i membri anziani in caso di malgoverno. Quando veniva eletto, perdeva il potere sulla propria tribù e diventava simbolicamente "l'anziano di Qaemir", cioè il sovrano della città-accampamento. Se ne sentiva il bisogno, poteva scegliere un uomo saggio come suo consigliere; il titolo di questi era
Uptah.
Qhuruku-Moh aveva scelto Telmenok-Uptah come suo consigliere. Quando era indeciso sulle decisioni da prendere, il suo amico d'infanzia era sempre pronto ad aiutarlo, ma ultimamente c'erano stati momenti in cui perfino lui aveva faticato a chiarire i dubbi del Capotribù.
Qhuruku era anziano e saggio, ma quando era stato scelto come
Moh per la durata di quell'anno, si era ritrovato a dirigere le battaglie contro le altre razze. Non aveva mai voluto diventare un comandante, né tantomeno riteneva di avere le abilità per esserlo, ma la sua carica comportava la direzione dell'esercito in guerra, perciò aveva dovuto obbedire.
Io voglio solo che questa maledetta guerra finisca, pensava spesso.
E invece sono costretto a portarla avanti per colpa della mia carica. Quanto avrebbe voluto chiedere la pace... Ma era consapevole che, se lo avesse fatto, avrebbe perso il rispetto da parte del suo popolo. Gli Uomini delle Pianure erano una società guerriera, che non ammetteva la debolezza. E l'offerta di pace sarebbe stata un gravissimo segno di debolezza. Lo avrebbero esiliato, oppure ucciso.
- Quanto manca all'inizio dell'inaugurazione? - chiese Telmenok, sorridendo giovialmente. Il consigliere era un uomo anziano, dalla folta barba candida che gli si allargava sull'ampio petto. Era davvero alto perfino per essere un Uomo delle Pianure: Qhuruku era convinto che superasse i tre metri e mezzo, forse addirittura quattro.
- Poco, Telmenok, poco. Devo ancora riflettere sul discorso che dovrò pronunciare...- rispose Qhuruku.
- Non puoi parlare della pace, lo sai bene -. Telmenok lo conosceva così bene da permettersi di dargli del tu, quando erano soli.
- Non posso, lo so bene. Ma devo farlo. Questa guerra sta distruggendo il continente. Per di più, aumentano le voci sull'arrivo di qualcosa dall'Oriente...-Telmenok-Uptah scoppiò a ridere fragorosamente.
- Intendi l'Oscura Presenza che ha scacciato gli Imperiali? E' solo una storiella per bambini, credimi. Quei bastardi sono arrivati sulle nostre terre in cerca di ricchezza, non per scappare da creature magiche e crudeli! -- Non so più a cosa credere... E se quei mostri esistessero davvero? Se sbarcassero sulle nostre coste mentre combattiamo fra noi? Ci troverebbero deboli e impreparati e ci sterminerebbero. -Telmenok gli afferrò una spalla e la scosse con energia.
- Smettila di deprimerti, Qhuruku! Concentrati sulla Fiera! Tutti si stanno divertendo, vedrai che andrà tutto bene -.Questa guerra non finirà bene, me lo sento nelle ossa, pensò il Capotribù, ma rimase in silenzio.
***
Il Corno Bianco suonò, sprigionando tutta la sua potenza sonora. Quello strumento imponente, alto almeno due metri e ricavato dal corno di un grande elefante delle Pianure, veniva utilizzato per richiamare l'attenzione degli eserciti in guerra, ma Qhuruku l'aveva appena suonato per annunciare l'inizio dell'inaugurazione.
La parata era già pronta: i carri colorati sarebbero sfilati in un'armonia di luci e colori, attraversando l'accampamento avanti e indietro fino a sera. Numerosi tavoli erano stati montati nello spiazzo: su di essi sarebbero state arrostite cosce di bufalo, costolette di maiale e anche proboscidi d'elefante. Il profumo delle spezie conservate nei sacchi giungeva alle narici del Capotribù, eretto sopra al palco mentre la folla giungeva nel piazzale.
- Benvenuti! - gridò con la sua voce tonante.
- Vi accolgo nella città di Qaemir per questa grande Fiera! - Un grido di esultanza si levò dalla massa di persone. Perfino le riflessive Anime della Foresta gridarono, sollevando le mani in aria. I più rumorosi erano i Nomadi, amanti del buon vino e della confusione, già ubriachi in gran parte.
- Quest'oggi ammirerete la bellezza dei carri della parata e assaggerete la cucina delle Pianure! Nei giorni seguenti ci saranno rappresentazioni teatrali e danze di gruppo! La Fiera terminerà tra una settimana, quando il Corno Bianco suonerà di nuovo. -Un forte applauso risuonò nell'aria.
In questo momento, sembra che non ci sia nessuna guerra in corso pensò Qhuruku.
Non aveva ideato un discorso profondo o lungo, perché sapeva che avrebbe annoiato la folla. Ma aveva intenzione di mostrare a tutti il suo pensiero.
- Qualche parola per inaugurare questa grande festa. -Il silenzio calò sulla folla.
- Ho deciso io stesso di organizzare la Fiera. Il mio proposito era quello di riunire a Qaemir le diverse razze, farle interagire tra loro in un ambiente fastoso e accogliente, dimenticando i conflitti in corso. - Un brivido gelido corse lungo la schiena del Capotribù quando si accorse che gli sguardi della gente erano diventati torvi. Prese un respiro profondo per farsi forza.
- E' ora che questa guerra finisca. Non si può continuare a spargere sangue inutilmente. Che senso ha combattere? Le razze possiedono ciascuna dei territori, ciascuna delle risorse con cui potrebbero vivere tranquillamente. E' l'avidità a spingere gli uomini a impugnare le armi: gli Uomini delle Pianure vogliono conquistare le Foreste Settentrionali, gli Imperiali vogliono impossessarsi di tutte le Terre Selvagge, i Nomadi cercano di espandersi nel Mare Verde. E' giunto il momento di mescolarci tra noi! Perché un Uomo delle Pianure non può vivere nelle Foreste? Perchè un Nomade non può vivere nel Mare Verde! Io propongo la libertà! -Aveva parlato tutto d'un fiato, senza fermarsi. Ora che aveva finito, passò lo sguardo sulla folla, e si sentì svenire. Pugnali, spade, asce e lance venivano agitate nell'aria, mentre grida inferocite si levavano fragorose.
- Morte al traditore! - gridavano gli Uomini delle Pianure.
- Morte al Capotribù! Vuole invadere le nostre terre e spargere la sua feccia del Mare Verde nelle nostre città! - strillavano le altre razze. I Nomadi si stavano scaldando, mentre le Anime della Foresta avevano attaccato gli Uomini del Fuoco a sassate. Gli Imperiali stavano formando una testuggine con i loro scudi, intenzionati a rendere quello spiazzo un campo di battaglia.
Che cosa ho fatto! Ho portato la guerra perfino in questa festa!, pensò Qhuruku-Moh.
Io che volevo la pace, ho causato altra violenza. Non c'è nessuno che abbia capito ciò che intendo dire?Lacrime amare solcarono le guance del Capotribù, bollenti come lava. Non voleva sangue, ancora sangue. Non ce la faceva più di comandare un esercito. Probabilmente ora l'avrebbero spodestato. Sul trono del Mare Verde si sarebbe seduto un assassino, un uomo crudele desideroso di portare avanti la guerra. L'incubo di Qhuruku si era avverato. Durante la sua lunga vita non aveva conosciuto altro che battaglie, aveva sperato di porre fine alle carneficine, ma aveva fallito.
- Fermi! Fermi! - gridò qualcuno, in mezzo alla calca.
- E' stato ucciso! E' stato ucciso!-Ecco, qualcuno è stato ucciso. E' l'inizio di un'altra battaglia. Quando la folla si ritirò per vedere meglio ciò che era successo, Qhuruku-Moh ebbe modo di riconoscere il cadavere.
In una pozza di sangue rosso, il capo spaccato a metà da un'ascia bipenne, giaceva Telmenok-Uptah.